Località | Cesena (Fo), Via Emilia Ponente |
Periodo | 2005 |
Ente Banditore | Diocesi di Cesena - Sarsina (Fo) |
Progetto | Arch. Manuela Carli, Arch. Enrico Contini, Ing. Tiziano Carli, Ing. Sabrina Spinelli |
Livello di Progetto | Preliminare/Concorso di Progettazione |
Tipo di Progetto | Architettonico / Urbanistico |
Qualifica dell'intervento | Nuova realizzazione |
Il nuovo complesso parrocchiale da realizzare, si prefigge di risolvere svariate problematiche relative al contesto in cui deve calarsi. Le Frazioni di Torre del Moro e di Diegaro, alle quali è indirizzato l'intervento, si trovano divise da un forte segno urbano quale è la Via Emilia che scorre tra esse; l'area è caratterizzata dalla presenza di impianti produttivi; vi è la previsione di una edificazione residenziale proprio a ridosso del comparto ove si deve sviluppare il complesso e tutto attorno si sviluppa la campagna cesenate.
Ne deriva la necessità di risolvere tali rapporti di interconnessione urbanistica.
Viene analizzato il progetto dell'area residenziale che prevede il suo sviluppo attorno ad uno spazio centrale, aperto e comune: la piazza. Da qui l'idea di metterlo in connessione con gli spazi aperti di progetto relativi al complesso parrocchiale: il sagrato.
Si pensa ad una grande area aperta, pubblica, pedonale; un cono ottico che permette di mettere in rapporto e in contrapposizione l'area delle residenze con quella più sacra della chiesa, preservando e valorizzando gli aspetti di entrambe. Attorno a questa si sviluppano gli spazi parrocchiali, posti e collegati in maniera funzionale, in risposta alle richieste esplicate dalla Diocesi.
La costruzione di nuove chiese è un problema sempre attuale per la comunità cristiana, soprattutto se la si studia nella logica in cui le forme e le funzioni dello spazio liturgico chiedono di essere ripensate in base alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II.
La chiesa è oggi intesa come casa del popolo celebrante. E' il luogo nel quale si riunisce la comunità cristiana per ascoltare la parola di Dio; è' intesa come immagine di una comunità viva e operante.
La chiesa-edificio dev’essere in grado di esprimere attraverso la bellezza estetica e la nobile semplicità formale, l'elevazione spirituale dei fedeli conformemente alle esigenze delle varie culture. Deve essere uno spazio identificato tanto all’esterno quanto all’interno perché sia connotato il luogo di culto cristiano. Deve essere accogliente per la comunità dei fedeli configurando un ambiente idoneo all’«attiva partecipazione» liturgica. L’architettura cultuale riveste spazialmente l’incontro tra Dio e l’uomo. E' il simbolo urbano che colloquia attraverso la propria qualità del linguaggio architettonico.
La progettazione intende realizzare l'unificazione planimetrica per rendere più diretto e vivo il rapporto tra i protagonisti dell'azione liturgica. Si intende realizzare una costruzione articolata in un sapiente gioco spaziale, che si esplica tra accentuazioni verticali ed espansioni orizzontali, intendendo come dimensione verticale la realtà della presenza di Cristo e nella dimensione orizzontale la tensione / unione tra assemblea e altare.
Si vuole articolare gli spazi in vivide sintesi simboliche e sviluppare la potenzialità degli spazi con volumi a diverse altezze, in funzione del peso espressivo / simbolico di ogni elemento liturgico.
L'ambiente interno, è orientato verso il centro dell'azione liturgica. L'altare è il punto centrale per tutti i fedeli. L'ambone è il luogo proprio della parola di Dio. Costituisce una presenza eloquente, capace di far riecheggiare la Parola anche quando non c'è nessuno che la sta proclamando. Il luogo del battesimo (battistero) trova posizione in luogo distinto ma collegato all'aula. La collocazione dei posti per i fedeli viene curata in modo particolare perché ciascuno possa partecipare alle diverse parti della celebrazione.
Il coro fa parte dell'assemblea ed è pensato in modo da permettere la partecipazione alle azioni liturgiche e la guida del canto dell'assemblea. E' prevista anche la cappella feriale per la celebrazione con piccoli gruppi di fedeli.
Esternamente vi è il sagrato, un'area molto importante capace di esprimere valori significativi: quello della «soglia», dell'accoglienza e del rinvio; può essere anche luogo di celebrazione, pertanto viene riservato ad uso esclusivamente pedonale. Evidente è la sua funzione di tramite e filtro nel rapporto con il contesto urbano, luogo di colloquio tra la chiesa e la città.
Tramite il sagrato lo spazio esterno e quello interno dell'aula si integrano armonicamente, come se l'aula proiettasse la sua presenza sotto forma di avvolgente abbraccio al di fuori e questo divenisse il sagrato.
Il campanile è integrato nella progettazione, in quanto elemento architettonico, e non solo supporto per le campane; è inteso come qualificante componente di riconoscibilità dell'edificio religioso, rappresenta lo slancio della Terra verso il cielo.
In un'attenta progettazione dell'illuminazione si prevede che la luce naturale concorra nell'architettura ad assicurare rilevanti effetti estetici, consentendo di raggiungere i giusti livelli di luminosità funzionale, sia per l'assemblea sia per lo spazio presbiteriale e gli altri spazi. La luce artificiale è progettata in modo da rispecchiare il più possibile le funzioni della luce naturale.
Pubblicazioni:
2005-Pubblicazioni | Pubblicazione nel testo 'Domus Dei', Il Vicolo editore, luglio 2005 del progetto relativo al Concorso di idee per il nuovo complesso parrocchiale di Santa Maria di Betlemme in Diegaro – Torre del Moro, Cesena. |